Figli in provetta, perché gratis?

È di qualche giorno fa la notizia che la Regione Toscana ha deciso di aumentare il contributo a carico di chi intenda sottoporsi ai lunghi e costosi trattamenti di fecondazione artificiale dai precedenti 100 euro a oltre 500, e fino a 700 nei casi più complessi.
Sembra che altre Regioni seguiranno la stessa linea, mentre il ricorso alla cosiddetta procreazione assistita resterebbe del tutto gratuita, come ora, in Emilia-Romagna e in Lombardia.
Lo scandalo a mio parere non è l’introduzione di un Ticket sui figli in provetta, bensì il fatto che sinora quei trattamenti siano stati pagati, in massima parte o addirittura in toto, come nelle due Regioni citate, con soldi pubblici, i.e. con soldi dei cittadini.
Procreare fino a prova contraria non è una cura della salute, ma la soddisfazione di un desiderio privato e non si capisce perché la collettività dovrebbe darsene carico, a maggior ragione se le risorse per le prestazioni sanitarie sono, come oggi, spesso insufficienti. Anche per cure salvavita. E chi decide di figliare ignora, forse, di andare incontro a spese?
Giustamente ha sottolineato il ginecologo Guido Ragni, già direttore del centro Sterilità della Clinica Mangiagalli di Milano, che “non è giusto fare le fecondazioni artificiali gratis e poi non avere i soldi per pagare le chemioterapie o le cure di bambini con la leucemia“.
In Italia al 30 novembre 2011 c’erano 60.813.326 abitanti per una densità di 201,81 abitanti/kmq (il sovraffollato Pakistan ne ha 206). Considerato che solo il 23,2% del territorio nazionale è in pianura, il livello di antropizzazione attinge livelli ormai insopportabili, soprattutto in grandi città come Milano (7.272,5 ab./kmq), Napoli (8.182,6 ab./kmq) e Roma (2.148,5 ab./kmq ma in un perimetro comunale che include ampie aree di aperta campagna), divenute pressoché invivibili, a livello di Singapore (6.485 ab./kmq) e di Hong Kong (6.356 ab./kmq).
Piuttosto che sperperare soldi pubblici per incrementare ulteriormente la popolazione, peggiorandone ulteriormente la qualità della vita, sarebbe molto meglio promuovere una sana politica di procreazione responsabile che premi, semmai, il controllo delle nascite.
MS

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