Grazie al bocconaro: debito a 2 miliardi, benzina a 2 euro

Il Gauleiter di Goldman Sachs, che come Hitler dirige coi decreti, per ingrassare la banda di usurai cosmopoliti mondialisti che viene passata sotto il falso nome di “investitori” o di “mercati” ha ben avviato l’Italia sulla via della morte che già è stata fatta percorrere ai fratelli greci. I nostri soldi – i contributi accantonati per le pensioni, i risparmi già tassati coi quali si è acquistata la casa di abitazione propria o che imprudentemente sono stati affidati a banche o ad altri pescicani finanziari nell’illusione di salvaguardarli – sono rubati dalle nostre tasche per pagare un “debito” in gran parte illegittimo, prodotto da crimini originari e che dunque non va riconosciuto. “Debito” verso quegli usurai cosmopoliti mondialisti, con basi principali a New York e a Londra, che sono i mandanti effettivi del bocconaro e dei suoi complici. “Debito” che non  incrementa per malasorte, ma che si fa lievitare perché servito da interessi alti che ingolosiscono gli usurai e che sono pagati coi soldi estorti ai cittadini italiani: tanto maggiore è il debito, tanto maggiori sono gli interessi lucrati dagli usurai criminali.
Quando si diceva, si dice e ancora si ripete che  in Italia a un enorme debito pubblico fa riscontro un più cospicuo patrimonio di risparmio privato, e che dunque gli “investitori” non hanno da temere, si sottintende delinquenzialmente proprio questo: che gli usurai saranno pagati coi frutti di una vita di risparmio rapinabili ai cittadini. Attenzione: non presi agli squali delle imprese e della finanza ammanicati al politicume che più o meno illecitamente hanno accumulato enormi fortune  a spese della comunità che secondo giustizia dovrebbero essere confiscate, bensì ai comuni cittadini, agli onesti, che vengono depredati e gettati nella miseria. Facile, come nella battuta attribuita a Petrolini: bisogna prendere il denaro dove si trova, presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti.
Da quando il bocconaro è a capo del governatorato generale a rango del quale è stata ridotta la ex Repubblica italiana, infatti, il debito pubblico è ulteriormente aumentato e si avvicina a passi da gigante alla fatidica e mai toccata soglia dei duemila milardi di euro. Poiché l’Italia è in avanzo primario (nel 2011 per 15,6 miliardi) il continuo aumento del debito pubblico è dovuto appunto al carico degli interessi che ingrassano gli usurai nell’ordine enorme di 70-75 miliardi all’anno – comprese le banche italiane che hanno avuto quasi in regalo dal sig. Draghi una massa enorme di liquidità con la quale lucrano ora sugli interessi dei titoli di Stato.
Secondo quando scriveva Ettore Livini il 24 marzo scorso su “La Repubblica” (che pure, si noti, è organo debenedettiano filobocconaro sul quale ormai scrivono individui dello stampo di A. De Nicola), a quel momento su ogni Italiano, neonati e centenari compresi, pesava pro quota un debito di 32.270 euro i cui relativi interessi ammontavano a  1.154 euro d’interessi annuali. Al 31 dicembre 2011 il debito era salito a 1.897 miliardi con un aumento di 55 rispetto al 2010, alla faccia della raffica di  “manovre” di rapina effettuate nel corso dell’anno dall’omino di Arcore prima e dal bocconaro poi. Alla fine di gennaio il debito aveva raggiunto i 1.935 miliardi, oggi viaggia attorno ai 1.950. Intanto il prezzo della benzina verde – che da sempre costituisce un indice rappresentativo sia dell’andamento del costo della vita sia della rapina fiscale che ogni governante perpetra per procacciarsi denaro facile, già a marzo in alcuni luoghi ha sfondato la soglia dei 2 euro al litro. Il bocconaro nel prendere possesso della poltrona aveva promesso che non vi erano da attedersi lacrime e sangue.  Di quanto costui sia bugiardo se ne stanno ormai accorgendo anche i più grulli. Ma ciò che abbiamo già subito non è nulla in confronto a ciò che ci aspetta se gli Italiani non sapranno liberarsi quanto prima di costui e dei suoi complici.
MS

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