In Portogallo le Forze Armate si schierano col popolo (2)

Di seguito la mia traduzione del documento emanato dall’AOFA il 14 settembre scorso (riprodotto in originale nell’immagine qui a sinistra).

COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE DEGLI UFFICIALI PORTOGHESI
Approssimandosi la realizzazione di iniziative a carattere civico, conseguenza delle misure annunciate ed espressione di un innegabile malessere trasversale all’intera società, così come comprovatamente attestano le dichiarazioni di eminenti personalità di settori politici e sociali differenti, intendiamo, con questo mezzo, manifestare la nostra calorosa solidarietà a tutti i Portoghesi che soffrono il peso degli enormi sacrifici loro imposti, rammentando che già lo facemmo nel trascorso anno 2011.
Perché, prima di tutto, siamo cittadini soggetti alle stesse ingiustizie e misure inique, assunte da coloro che hanno il dovere costituzionale di perseguire il bene comune, col pretesto di rimediare a situazioni delle quali coloro che vengono penalizzati non portano responsabilità alcuna mentre altri ne hanno certamente beneficiato.
E dato che essere cittadini non si esaurisce solo nel fatto di appartenere alla società, essendo necessario partecipare anche alla sua trasformazione, solidarizziamo con tutte le iniziative che, nell’esercizio diretto di un diritto di cittadinanza, affermino il rifiuto di pratiche ingiuste sempre rappresentate sotto l’etichetta di nobili obiettivi, ripetutamente utilizzata per:
- ingannando e diffondendo la paura, formulare promesse che non saranno mantenute, come concittadini insospettabili vanno peraltro sempre più riconoscendo;
- giustificare soluzioni sistematicamente penalizzanti, in base all’affermazione ripetuta che tali opzioni ricadono sotto una irrinunciabile responsabilità, nel mentre i fatti invariabilmente dimostrano il contrario;
- ripetere, ancora una volta, l’ingannevole proclama secondo il quale, una volta effettuati i sacrifici che vengono imposti, la soluzione si trova a portata di mano per poi successivamente, dando il detto per non detto, penalizzare sempre gli stessi raddoppiando la dose mentre altri, qui o in altri luoghi, stanno accumulando ricchezze illimitate, così sottratte a coloro che non possiedono praticamente altre risorse oltre alla remunerazione del proprio lavoro.
In un momento come questo, riconosciuto da tutti di estrema gravità e nel quale le tensioni sociali potranno sfociare in giuste proteste e altre manifestazioni di cittadinanza e indignazione costituzionalmente consentite, preme affermare che l’Associazione degli Ufficiali delle Forze Armate ribadisce qui il fermo proposito che, per quanto ne competa, i militari non saranno mai, così come la Costituzione li obbliga, strumento di repressione nei confronti dei propri concittadini che già giurarono di difendere, nel solco, peraltro, delle dichiarazioni di medesimo tenore effettuate da Sua Eccellenza il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate.
Il Presidente
Col. Manuel Martins Pereira Cracel

MS
(fine – la prima parte è di oggi 25 settembre 2012)

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