In Portogallo le Forze Armate si schierano col popolo (1)

Dopo le nuove oceaniche manifestazioni popolari tenutesi sabato 22 settembre (quasi un decimo dei 10 milioni di cittadini portoghesi è sceso in piazza) a coronamento di una mobilitazione ininterrotta di due settimane per contrastare i nuovi tagli alla spesa pubblica e l’aumento delle tasse, il “governo” capeggiato dall’imprenditore Passos Coelho si è visto costretto a rivedere alcune delle misure già decise. Può essere si sia trattato di una ritirata tattica, dato che la mobilitazione sociale negli ultimi quindici giorni era stata massiccia come forse non mai. La revisione comunque riguarderebbe un pacchetto comprendente l’aumento delle imposte per i lavoratori dall’11% al 18% e la diminuzione di quella per le imprese dal 23,75% al 18%, oltre a un aumento della contribuzione a carico dei lavoratori stessi che risulterebbe in una decurtazione salariale del 7%.
Le misure antipopolari già assunte negli ultimi anni hanno riportato la qualità di vita e il livello di reddito agli anni ’70 quando, prima che l’esercito liberasse il paese dalla tirannia, i Portoghesi erano spesso costretti a emigrare. I salari, soprattutto quelli del pubblico impiego, già sono stati ridotti del 20% dopo che il precedente governo li aveva ridotti del 10%. C’è poi da considerare l’aumento dell’IVA e quello, conseguente, dei prezzi, che ha ulteriormente abbattuto il potere d’acquisto dei lavoratori.
Tutto questo per ottenere dall’infame triade FMI-CE-BCE un prestito di 78 miliardi all’interesse del 4-5%, dei quali 12 destinati alle banche e 30 a garantirne i crediti.
Ma il fatto più rilevante, che credo abbia ricondotto il sig. Passos Coelho a più miti consigli, è stato il comunicato dell’AOFA (Associazione degli Ufficiali delle Forze Armate) emesso il 14 settembre alla vigilia di altre manifestazioni, col quale i militari si schierano nettamente dalla parte del popolo.
Il patriottismo dell’esercito portoghese è proverbiale: furono appunto il militari, il 25 aprile 1974, a sbarazzare il paese dalla tirannia reazionaria post-salazarista. Sembra assai significativo che anche oggi, di fronte alla spoliazione sistematica del popolo operata dai collaborazionisti dell’usurocrazia mondialista, le Forze Armate lusitane prendano una posizione chiara, che suona di monito inequivocabile.
Di questo fatto molto importante la comunicazione di regime naturalmente non ha parlato, come non aveva parlato delle posizioni pur meno esplicite assunte dai militari in Spagna e delle proteste della polizia in Grecia.
Nella seconda parte la mia traduzione del documento, la riproduzione del cui originale si trova nell’immagine in testa all’articolo.
MS
(continua)

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