Nefasti della “sussidiarietà”

Su un quotidiano torinese scrive quattro giorni fa Luca Ricolfi, personaggio che non amo, che il prezzo di favore dell’energia elettrica accordato dai politicanti all’impresa globale yankee Alcoa, pagato in bolletta dai cittadini italiani, secondo un rozzo calcolo sarebbe costato negli ultimi quindici anni la bazzecola di duecentomila euro all’anno per ogni posto di lavoro “salvato”.
A margine della notizia faccio notare che a capo di Alcoa Inc. (Aluminum Company of America) dal maggio 2008 è tal Klaus Kleinfeld, che guarda guarda dal maggio 2010 è anche componente dello Steering Committee del famigerato Gruppo Bilderberg. Mica si conoscerà personalmente col bocconaro, per caso?
Del calcolo effettuato la responsabilità resta al Ricolfi. Esso comunque, al di là dell’esattezza dei numeri, testimonia icasticamente di un fatto ben preciso. Per gli assertori della cosiddetta “sussidiarietà orizzontale” nell’accezione artatamente distorta per cui tutto ciò che un privato potrebbe fare non deve farlo lo Stato, la privatizzazione delle imprese è un imprescindibile feticcio. Non così quella delle relative perdite, che naturaliter vanno accollate al pubblico, cioè ai cittadini pagatori d’imposte, di modo che i padroni o azionisti delle imprese e gli alti dirigenti di queste possano comunque arricchirsi anche se del tutto inetti – e magari corrotti. Dunque, siccome non ci vuole Einstein per capire che a un costo ben inferiore a duecentomila euro all’anno qualunque impresa pubblica onestamente gestita avrebbe potuto utilmente impiegare i lavoratori “salvati” senza distribuire profitti a pescecani stranieri, e magari guadagnandoci qualcosina a beneficio del pubblico, ne deriva  – esemplarmente -che la “sussidiarietà orizzontale” praticata dai politicanti italiani ha procurato allo Stato e quindi a tutti i cittadini un grave danno ingiusto, e ai prenditori di Alcoa un ingiusto grande profitto. Coi lavoratori dell’Alcoa di Portovesme che oggi, per finire, restano a piedi.
Ecco la “sussidiarietà” che piace ai politicanti asserviti alle imprese.  Un asservimento che può render conto del  tenore di vita di costoro. Ne risponderanno, un giorno, coi loro non certo esigui beni e con appropriate severe punizioni?
MS

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