Tassi bassi, bengodi degli speculatori

Con effetto dall’11 luglio la BCE al comando del tristemente noto sig. Draghi Mario ha abbassato il c.d. “tasso di riferimento” dall’1% allo 0,75%. Prosegue così la politica inflazionistica del deprezzare crediti e risparmi a beneficio dei debitori e del generare liquidità abnorme a vantaggio degli speculatori finanziari che potranno ben abusarne, come sempre, per finanziare le proprie operazioni criminali a danno dei popoli.
Merita ricordare che il Draghi, già direttore esecutivo della Banca Mondiale dal 1984 al 1990, presidente del comitato privatizzazioni del Ministero del Tesoro dal 1993 al 2001, vicepresidente e componente del Management Committee Worldwide di Goldman Sachs dal 2002 al 2005 e attualmente membro del c.d. “Gruppo dei trenta” (un’accolita mondialista fondata nel 1978 per iniziativa della Fondazione Rockefeller che riunisce finanzieri, banchieri d’affari e altri personaggi in tono ed è attualmente presieduta dal sig. Trichet, predecessore del Draghi alla BCE), nonché indimenticato protagonista della crociera sul panfilo Britannia del 1992 in cui la svendita di importanti risorse del paese fu esaminata coi pescicani della finanza globale, riuscì ad arrivare alla BCE proprio nel momento in cui il piccoletto di Arcore cedeva al nasuto Sarkozy, contro  la linea  sostenuta dall’allora ministro Tremonti, sull’acquisizione di Parmalat da parte di Lactalys. Uno scambio, qualcuno ebbe l’impudenza di scrivere, conveniente all’Italia. Tutt’al contrario. Non si sa a quali pressioni fosse stato sottoposto il piccoletto di Arcore per candidare il Draghi alla Banca Centrale Europea, o se non avesse invece giocato in proprio in nome dei consueti suoi nobilissimi valori, sta di fatto che esso fu conveniente non certo all’Italia – e nemmeno all’Europa – ma piuttosto agli abituali congregati del Draghi e dunque suoi verosimili sponsor autentici: i figuri della finanza usurocratica mondialista.
La politica inflazionistica seguita dalla BCE, che nel contempo fornisce alle banche a tassi ridicoli quel denaro che esse lucrosamente impiegheranno nell’acquisto di titoli di Stato a interessi abnormi, ne fa suffragio. Non potendo per regola d’ufficio stampare cartamoneta a manetta come i compari di Washington, il cui debito col resto del mondo è arrivato a livelli stratosferici, la BCE a comando Draghi segue per vie traverse quella medesima politica, che arricchisce i privati speculatori e depaupera gli Stati, quindi i popoli. Né vi è bisogno di rammentare che l’inflazione è, per definizione, la principale tassa (impropria) che grava sui meno abbienti  -a beneficio degli altri.
La cacciata del Draghi dalla BCE costituirebbe un passo essenziale sulla via della liberazione dei popoli d’Europa dall’occupazione mondialista. Ma a proposito delle cosiddette “istituzioni europee” va  purtroppo osservato, per citare Bertolt Brecht, “Wenn es zum Marschieren kommt, wissen viele nicht, dass ihr Feind an der Spitze marschiert”. Quando c’è da marciare molti non sanno che è proprio il nemico a marciare alla loro testa.
MS

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