Golpe alla bocconara

Nel secolo scorso i colpi di Stato contro i popoli si attuavano con impiego di carri armati e spargimento più o meno importante di sangue, in nome dell’ordine e della patria ma naturalmente nell’interesse di imprese multinazionali supportate dai propri governi di riferimento e spesso appoggiantesi ad avide caste locali di schiavisti più o meno dichiarati.
Successivamente i colpi di Stato si sono in parte virtualizzati. Nel mondo “sviluppato” la manipolazione diffusiva delle menti, esercitata attraverso il controllo dei mezzi di comunicazione e specialmente della televisione, si è dimostrata perfettamente idonea allo scopo. In luoghi meno direttamente controllabili l’aggressione militare esterna ha surrogato, in guerre vere e mai dichiarate, quell’alzamiento interno di traditori della patria colà irrealizzabile agli effetti del regime change. I mandanti, sempre le corporation ormai fattesi globali, fedelmente servite dai rispettivi governi-camerieri e dall’impiego delittuoso, su scala mondiale, di una comunicazione di massa sempre più sfacciatamente mendace a manipolazione della cosiddetta “opinione pubblica”.
Oggi, nell’Europa aggredita dall’usurocrazia mondialista che vuole distruggere l’euro per disintegrare l’ultimo debole presidio di una socialità non cinesizzata e spianare così la via alla definitiva affermazione del neoschiavismo globale, la virtualizzazione del colpo di Stato ha attinto livelli inusitati.
Non altrimenti si spiegherebbe l’intronizzazione eterodiretta della banda che ha come caporione il tristemente noto sig. Monti alle funzioni di governo dell’Italia.
Ciò che va accadendo in Italia, beninteso, è parte soltanto, benché rilevante, di un più ampio colpo di Stato globale che si compone in articolazioni molteplici (vedi per esempio la recente offensiva antiraniana), la cui regia nemmeno troppo occulta è accortamente tenuta in Yankeeland ed eseguita nelle sedi locali da servi e collaborazionisti infami.
Non vi è alcun bisogno di essere marxisti – né io certamente lo sono – per accorgersi che il capitalismo ha drammaticamente fallito, così come il “socialismo reale” crollato un paio di decenni orsono, e che nella fase terminale disvela quel volto criminale che gli è autenticamente proprio.
Anche in Italia stiamo per assaggiarlo sulla nostra pelle. Se sapremo reagire con dignità di uomini, allora non tutto sarà perduto. Viceversa verrà la fine. E quel che vale nel piccolo per l’Italia vale oggi per tutti i popoli del mondo.
MS

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