Costi che non ci si può, o che ci si può, permettere

Riporta la stampa che il Sig. Tremonti, attuale ministro dell’economia, intervenendo pochi giorni fa a una ragunata strapaesana, avrebbe affermato che «robe come la 626  sono un lusso che non possiamo permetterci. Sono l’Unione europea e l’Italia che si devono adeguare al mondo».
Chi non c’era non può sapere se quanto riportato risponda al vero. Forse sì, visto che il portavoce ministeriale avrebbe poi avvertito la necessità di diffondere alla stampa la seguente chiosa: «Parlando della legge 626, Tremonti tra le regole eccessive si riferiva all’Europa, alla giurisdizione europea e alla sua estensione eccessiva rispetto all’obiettivo sulla sicurezza del lavoro, che resta invece essenziale».
Orbene, il Sig. Tremonti è persona intelligente, di riconosciuta abilità, che in un passato non troppo lontano aveva espresso in questo libro motivate critiche a quel mercatismo globalista che andava omologando al basso i popoli del mondo nel segno di una “crescita” perniciosa avente nella Cina uno degli emblemi suoi più icastici. Questo, però, prima di riconciliarsi politicamente – forse in preparazione di ambiziosi percorsi – con quel Finanzkapitalismus che fa capo alle banche in particolare e ai cosiddetti “poteri forti” in generale.
È comunque possibile che, per trascinamento del contesto non proprio raffinatissimo il Sig. Tremonti abbia malauguratamente ceduto alla tentazione di una captatio benevolentiae piuttosto grossier. Non sarebbe da lui, ma – si sa – quandoque bonus dormitat Homerus.
Merita rammentare, pro memoria, che il rafforzamento allora appena varato della normativa in materia di sicurezza sul lavoro fu sostanzialmente e pressoché immediatamente vanificato, due anni fa, dal governo nuovo del quale il Sig. Tremonti faceva parte.
Se l’Unione Europa e l’Italia si dovessero «adeguare al mondo» in materia di sicurezza del lavoro, allora esse dovrebbero cinesizzare, in senso neoschiavistico e tendenzialmente omicidario, norme che, in Italia almeno, già sono insufficienti e troppo spesso inapplicate (non necessariamente per responsabilità dei datori di lavoro soltanto, ma questo è un discorso che allontanerebbe dal punto).
Punto che invece, semplificando all’estremo, sembrerebbe essere il seguente: posto che la sicurezza sul lavoro ha un costo, e si tratta del prezzo per salvare delle vite, è forse vero che, per l’Italia in prima istanza visto l’attuale assetto della legislazione, sarebbe esso un «lusso» che non ci si può permettere; mentre norme come quella inserita nel decreto approvato il 22 maggio scorso alla faccia di quel libero mercato che sempre più appare una favoletta per bambini un po’ tardi, grazie alla quale, secondo stime giornalistiche, la Mondadori chiuderebbe le proprie pendenze fiscali pagando 8,6 milioni di euro invece dei 350 dovuti – una tassa impropria di 5,70 euro per ognuno dei 60 milioni di abitanti neonati compresi – sarebbero un «lusso» che ci si può permettere?
Il Sig. Tremonti può risultare più o meno simpatico ma come detto è una persona intelligente e poi magari sta guardando avanti davvero. Ben avanti. A dispetto di certe apparenze, ovunque voglia arrivare non ci arriverebbe, verosimilmente, per acclamazione di ragunate strapaesane, ma con ben altro viatico. È da pensare che lo sappia benissimo, e che per quella voce dal sen fuggita (poi richiamar non vale) si sia morso, metaforicamente, la lingua.
MS

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